Lo stile di gestione chiamato di Comando e Controllo è stato spesso definito di “vecchia scuola”, ma è ancora oggi il modo in cui molti manager affrontano il proprio ruolo.
Si tratta di una leadership basata su ordini, risultati, compiti e rispetto per la gerarchia, che a volte scivola anche nella tendenza ad alzare impropriamente i toni della comunicazione. In sé, questi elementi non sono tutti negativi, ma quando diventano eccessivi possono danneggiare i collaboratori e mettere a rischio il benessere aziendale. Quando le persone si sentono sotto pressione e costantemente monitorate non riescono a trovare equilibrio tra lavoro e vita privata, con possibili conseguenze anche sul benessere e la salute e magari, come si è visto in questo periodo di Grandi Dimissioni, lasciano il lavoro alla ricerca di una situazione più sostenibile. Certo, è necessario che i manager assegnino attività e responsabilità e monitorino i risultati, aiutando però i collaboratori a trovare equilibrio e sostenibilità.
Uno studio longitudinale pubblicato su The Journal of Personnel Psychology su 10.000 persone con una lunga vita lavorativa alle spalle ha dimostrato che chi aveva trascorso la propria vita a lavorare in ambienti stressanti su cui avevano uno scarso livello di controllo aveva il 15,4% di probabilità in più di essere già morto. Al contrario, coloro che avevano lavorato in aziende che rivolgevano loro richieste di lavoro elevate, ma su cui intervenivano con un alto livello di controllo, avevano il 34% di probabilità in meno. La sintesi: vivere in un ambiente caratterizzato da Comando e Controllo fa male alla salute.
Cosa c’è, quindi, che non funziona in questa modalità di gestione?
La maggior parte dei leader si focalizza unicamente sulla produttività e sui numeri, ovvero gestire i propri profitti e perdite, mentre ignora le persone, le loro vite, i loro bisogni, o le vede solo come mezzi per raggiungere i propri obiettivi. Non aiuta il fatto che questa attenzione agli aspetti umani non sia molto intuitiva e che le aziende premino proprio i comportamenti opposti, di pura attenzione al risultato.
Ma se la gestione basata dalla gerarchia sta mostrando tutti i suoi limiti, gli antidoti finora proposti non hanno avuto grande successo: l’olocrazia spesso non ha funzionato nelle aziende dove è stata introdotta, l’autogestione fatica ad essere diffusa su larga scala. In fondo, gestire un’azienda in modalità Comando e Controllo spesso fa ottenere risultati economici importanti, anche se di breve termine, che vengono premiati dalle organizzazioni e che realizzano gli obiettivi di chi ha il potere nella società.
Questo cambiamento può avvenire solo se i manager e le loro organizzazioni si rendono davvero conto che una gestione di questo tipo non ha senso e non porta risultati di lungo periodo, e si impegnano ad avviare un profondo ed impegnativo cambiamento culturale.
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