Nell’ultimo Work Trend Index di Microsoft, il 48% delle persone intervistate ha affermato di sentirsi in burnout. I dati demografici dello stesso sondaggio mostrano che questa condizione, pur essendo trasversale a tutte le età, colpisce soprattutto le generazioni più giovani (generazione Z e Millennial).

Siamo abituat* ad associare il burnout all’esaurimento, ma gli studi dicono che è molto di più: Christina Maslach, docente dell’università di Berkley, lo definisce come una risposta psicologica allo stress cronico sul posto di lavoro, che si manifesta attraverso il senso di esaurimento, il cinismo e la percezione di non riuscire a realizzarsi. 

È importante misurare tutte queste dimensioni del burnout per agire in modo efficace, sulla base del “profilo di burnout” di ognuno; Microsoft, per esempio, ha adattato il suo sondaggio semestrale sul coinvolgimento interno per riuscire in questo intento. Esiste, infatti, una correlazione tra alcuni elementi organizzativi fondamentali come la produttività e il turnover e i tre sintomi del burnout; chi li sperimenta tutti e tre, per esempio, ha probabilità di lasciare l’azienda quattro volte maggiori rispetto a chi non ne vive neanche uno.

Per fortuna, è ancora un gruppo ristretto di persone a manifestare tutti e tre i sintomi, quindi c’è spazio per intervenire. Ecco come:

    1. Affrontare il burnout utilizzando tre driver principali
      La ricerca dimostra che i principali driver per rimediare al burnout sono i fattori legati alla carriera – come la percezione che i propri obiettivi possano essere raggiunti e che il proprio lavoro venga valorizzato –, la disponibilità di tempo per l’apprendimento e la flessibilità del lavoro. 
    2. Concentrarsi su ciò che aiuta le persone a prosperare
      Microsoft ha attuato diversi programmi di ascolto del proprio personale negli ultimi anni, arrivando alla conclusione che sia fondamentale creare le condizioni che permettono alle persone di prosperare: priorità alle attività di maggiore impatto, sicurezza psicologica, cambiamenti culturali positivi e possibilità di vedere i risultati del proprio impegno.
    3. Rendere la carriera una priorità
      Il supporto alle persone nel loro percorso professionale è la prima arma per aiutare le persone a prosperare e per contrastare il burnout: questo significa prestare attenzione alle aspirazioni professionali di ciascuno e fornire opportunità di apprendimento e sviluppo. Secondo il Work Trend Index, il 76% delle persone intervistate rimarrebbe più a lungo in azienda se potesse beneficiare di un maggior sostegno da questo punto di vista.
    4. Costruire una cultura che promuova la Sicurezza Psicologica
      Gli studi ci dicono che è fondamentale creare un ambiente di lavoro in cui le persone si sentano sicure nell’esprimere opinioni, critiche e dubbi; chi sperimenta il burnout, infatti, riferisce spesso di non percepire come sicuro prendere la parola nella propria organizzazione.
    5. Riconoscere l’impatto manageriale. I e le manager possono aiutare chi collabora con loro a contrastare il burnout, offrendo supporto nella definizione delle priorità e maggiore flessibilità sul lavoro.
    6. Ascoltare e dialogare continuamente. Alla base del contrasto al burnout c’è l’impegno, da parte dell’organizzazione, ad ascoltare continuamente, agire in base ai feedback e misurare i progressi. Più le persone sentono di poter avere un dialogo aperto con chi gestisce il loro lavoro, più le conversazioni diventeranno produttive.

Leggi l’articolo di Dawn Klinghoffer e Katie Kirkpatrick-Husk su sloanreview.mit.edu