Il framing è un processo automatico messo in atto da tutti gli esseri umani quando operano in una realtà complessa: si tratta del modo in cui, consapevolmente o meno, “inquadriamo” una determinata situazione. Il premio Nobel Daniel Kahneman utilizza questo esempio per spiegarlo: quando Italia e Francia hanno gareggiato nella finale dei mondiali di calcio del 2006, si poteva descrivere il risultato con le frasi “l’Italia ha vinto” e “La Francia ha perso”. A livello logico, le due affermazioni sono equivalenti perché designano la stessa situazione; su un altro piano, però, evocano associazioni mentali diverse: la prima ci spinge a pensare all’Italia ed a cosa ha fatto per vincere, la seconda alla Francia ed a cosa ha causato la sua sconfitta. Modi diversi di presentare la stessa situazione, quindi, generano emozioni diverse e causano quelli che Kahneman chiama “effetti di framing”.

La docente di Harvard Amy Edmondson, una delle massime esperte mondiali di Sicurezza Psicologica, individua nel framing un elemento fondamentale per creare un ambiente psicologicamente sicuro. Quando ha analizzato l’introduzione di una nuova procedura in 16 ospedali diversi, ha rilevato che il primo fattore determinante per il successo o il fallimento del processo era proprio il framing impostato dai e dalle manager dei team analizzati. È quindi molto importante per ogni manager conoscere il framing e capire come gestirlo.

Ci sono due tipi di frame: quelli “di pensiero”, anche chiamati “visioni del mondo”, che derivano dalla cultura e dall’educazione e quindi sono comuni a più persone, e quelli “costruiti”, che creiamo attivamente per una situazione specifica. La visione del mondo è come una lente primaria attraverso cui osserviamo tutto ciò che ci circonda, mentre i frame costruiti sono lenti secondarie con cui guardiamo solo determinati aspetti. 

Nel campo della leadership, il framing non è né buono né cattivo di per sé, è semplicemente inevitabile. L’errore da cui dobbiamo guardarci è pensare che l’approccio migliore in ogni situazione sia per tutt* chiaro e scontato come lo è per noi. Ecco, quindi, alcune strategie per migliorare il framing:

  1. Scoprire e identificare i frame
    Ogni decisione, iniziativa e situazione ha alla base un frame, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Usiamo domande come queste per identificare i nostri e quelli altrui: quali dati considero indiscutibili e quale frame supportano? In che modo il mio background e la mia formazione mi stanno influenzando? Quali sono le immagini e le metafore dominanti che sto utilizzando per descrivere il problema o la situazione? Cosa considero non negoziabile? …
  2. Frame primari opposti comuni
    Alcuni frame tendono a essere più diffusi di altri e spesso si trovano agli estremi opposti di uno spettro; in questi casi, di solito, uno domina sull’altro rendendolo secondario, per esempio: positivo vs. negativo, ottimista vs. pessimista, costo vs. investimento… È piuttosto frequente che queste polarità esistano in contemporanea rendendo il framing ancora più decisivo perché determina dove verrà concentrata l’attenzione.
  3. Sfruttare il linguaggio per creare e modificare i frame
    Gail Fairhurst ha individuato alcune forme comuni di linguaggio che possono aiutarci a inquadrare e riformulare le situazioni in modo più efficace, per esempio: il gergo e gli slogan, che inquadrano un argomento in termini familiari; le affermazioni sui sentimenti, che lo inquadrano in termini emotivi; gli elenchi in tre parti, che organizzano un argomento in segmenti più facili da ricordare; la ripetizione, che drammatizza un elemento riproponendolo.
  4. Rafforzare e riformulare
    Amy Edmondson, nel suo libro “Teaming”, propone diverse strategie per rafforzare i framing di apprendimento – per esempio, spiegare i comportamenti desiderati in termini pratici (“parla se vedi qualcosa che non va”, “alza il telefono se hai domande”) e organizzare momenti di avvio (come una riunione) per ogni obiettivo e attività – e per il reframing individuale – per esempio dire a sé stessi che il progetto a cui stiamo lavorando è diverso da tutto ciò che abbiamo fatto in precedenza e che siamo fondamentali per la sua riuscita-.
  5. Comprendere il ruolo del contesto
    Una leadership efficace agisce sul contesto per generare i cambiamenti desiderati: per questo il framing, così come la consapevolezza del proprio stile di leadership, sono strumenti fondamentali per definire il contesto nel modo migliore.

Leggi l’articolo di Sheril Mathews su leadingsapiens.com