SEGRETA > Recuperiamo le capacità comunicative che Zoom ci ha “rubato”!

Il ritorno in ufficio sta mostrando che il periodo passato lavorando da remoto ci ha fatto perdere alcune abilità comunicative, soprattutto quelle non verbali; questo vale in particolare per la Gen Z, che è entrata nel mondo del lavoro durante il periodo pandemico e spesso non ha avuto modo di sperimentare le abitudini e le interazioni professionali in presenza.

Dustin York, docente della Maryville University, sostiene che lavorare esclusivamente in ambienti virtuali non ci permetta di riconoscere alcuni indicatori fondamentali per capire le persone e il contesto. Le riunioni virtuali, infatti, ci privano di molti segnali non verbali; inoltre, la qualità del video spesso non ci permette di cogliere le espressioni e non è possibile osservare gli elementi ambientali – come il modo in cui le persone prendono posto – che ci aiutano a identificare relazioni e gerarchie. Per fortuna, le abilità di cui la comunicazione virtuale ci ha privato possono essere apprese rapidamente, ecco le tre principali su cui dovremmo concentrarci:

  1. Contatto visivo
    Le piattaforme di collaborazione virtuale, come Zoom o Google Meets, non permettono di avere un contatto visivo vero e proprio, ma esso è fondamentale nelle interazioni in presenza. York allena questa capacità invitando le persone a memorizzare il colore degli occhi di colleghi e colleghe, in modo da incoraggiarle a sostenere lo sguardo altrui.
  2. Mostrare le mani
    Raramente nelle riunioni virtuali vediamo le mani delle altre persone, ma il fatto di poter vedere i palmi di qualcuno incoraggia la fiducia. York suggerisce di mettere sempre bene in vista le mani quando si parla con qualcuno, per esempio appoggiandole sul tavolo.
  3. Fermarsi
    Alla fine di una riunione virtuale, tendiamo tuttǝ a scollegarci immediatamente, mentre negli incontri in presenza di solito si rimane a chiacchierare o a scambiarsi qualche opinione. Questi momenti di confronto informale sono molto importanti per la connessione ed è fondamentale riabituarsi a crearli in presenza e riprodurli anche online.

I e le manager possono intervenire per aiutare collaboratori e collaboratrici della Gen Z ad acquisire queste abilità comunicative. Per esempio, possono lasciare un buffer tra le riunioni per dare la possibilità alle persone di interagire in modo informale tra un incontro e l’altro, e incoraggiarle a trascorrere quel tempo con qualcuno che conoscono poco; oppure possono dare l’esempio in prima persona socializzando con i e le collegh* più giovani e portarlǝ con sé durante le riunioni analizzare con loro il clima e i comportamenti agiti.

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