Solo l’8% dei buoni propositi di Capodanno hanno successo, mentre la restante parte rimane intrappolata tra il dire e il fare. La procrastinazione è l’illusione di una vittoria facile, che compromette il successo di lungo termine per un piacere a breve termine. 

La maggior parte delle persone non riesce a superare l’empasse della procrastinazione perché lo considera un problema di produttività. In realtà, la procrastinazione non ha nulla a che fare con il time-management, ma è piuttosto una battaglia sul piano emotivo, ed è estremamente diffusa. Secondo una ricerca condotta da DeGutis ed Esterman, infatti, circa l’80% degli studenti e il 25% degli adulti ammette di essere un procrastinatore cronico. 

Nei momenti di stress, la procrastinazione si attiva come meccanismo automatico utilizzato per affrontare le difficoltà, e questa reazione non è per niente innocua. Secondo una ricerca condotta presso la DePaul University, infatti, cediamo alla procrastinazione quando il nostro cervello riceve stimoli da emozioni in conflitto: paura di fallire, desiderio di distrazione, volontà di ignorare ciò che non piace, o ribellione verso qualcosa che percepisce come forzato. Diversi studi hanno dimostrato che queste emozioni negative aumentano il livello di procrastinazione, rendendo difficile per le persone agire quando sono tristi o arrabbiate. In questi momenti, infatti, cerchiamo di bilanciare le emozioni negative attraverso il senso di piacere ricavato dalle distrazioni, aumentando così la procrastinazione: d’altra parte il nostro cervello privilegia un premio immediato rispetto a un successo a lunga distanza. 

Procrastinare significa gestire male le proprie emozioni, non il proprio tempo. Il coinvolgimento emotivo tipico della procrastinazione è fortemente legato al lavoro, al “fare”, e deve essere modificato a partire da un cambio di paradigma del dialogo interiore: dobbiamo passare dal “dover” fare qualcosa al “volerla” fare.  Per gestire le diverse emozioni che viviamo quotidianamente è necessario lavorare sulla nostra capacità di regolarle, una skill determinante nella lotta contro la procrastinazione, perché permette di affrontarle nel modo corretto tutte, senza cercare scappatoie e vie di fuga. Possiamo superare la tensione emotiva trattando noi stessi con gentilezza, concentrandoci sull’apprezzamento, il perdono e la consapevolezza di noi stessi. Infatti, piuttosto che evitare o amplificare determinate emozioni, dovremmo provare a comprenderle. In questo processo, possono essere utili la pratica di mindfulness, il journaling, esercizi di gratitudine, esercizi sul respiro e la meditazione. 

È importante però anche tenere a mente che, per quanto sia fondamentale, l’ascolto di sé potrebbe agire da impedimento all’azione: per smettere di procrastinare, infatti, bisogna concentrarsi sull’azione. 

Il miglior modo per vincere contro la procrastinazione è lanciarsi nello scrivere, nel completare una task, nel fare quella telefonata, dividendo l’obiettivo in piccoli passi, definendo delle deadline, magari iniziando da ciò che è più “odioso”. Solo in questo modo si affronteranno le proprie emozioni e si vincerà questa battaglia. 

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