Un recente studio ha analizzato i livelli di felicità sul lavoro delle diverse generazioni, intervistando più di 600 statunitensi appartenenti a quattro di esse: Baby boomer, Generazione X, Millennials e Gen Z. Proprio quest’ultima ha riportato i livelli di insoddisfazione più elevati: il 26% delle persone intervistate si è dichiarato infelice del proprio lavoro e il 17% ha detto di volerlo lasciare. La situazione risulta essere ancora più critica per le donne della stessa generazione, che hanno il doppio della probabilità di segnalare problemi di salute mentale legati al lavoro rispetto ai colleghi.

La Gen Z esprime una forte esigenza di vedere i propri valori, talenti e abilità espressi e valorizzati in ambito lavorativo; quando questo non avviene, emergono infelicità e insoddisfazione. Questa generazione, inoltre, è stata fortemente influenzata da crisi globali come il cambiamento climatico e la pandemia, che l’hanno resa particolarmente sensibile alla sostenibilità e al benessere; secondo un sondaggio Forrester, infatti, il 55% della Gen Z orienta le proprie decisioni di acquisto anche sulla base della reputazione e della responsabilità sociale delle aziende.

La Gen Z è anche particolarmente sensibile ai temi dell’inclusione e della diversity, in quanto è molto più diversificata rispetto alle precedenti: basti pensare che, negli USA, solo poco più della metà di essa è composta da persone bianche non ispaniche.

Come migliorare la felicità e la salute mentale di lavoratori e lavoratrici della Gen Z? 

Il neuroscienziato Richard Davidson ha identificato il senso del proprio scopo – ovvero la comprensione di obiettivi e valori e la capacità di incarnarli nel quotidiano – come pilastro fondamentale del benessere

A livello organizzativo, le aziende devono essere in grado di posizionarsi rispetto ai temi sociali e di allineare di conseguenza le proprie pratiche.

A livello individuale, le persone dovrebbero avere la possibilità di sperimentare sul lavoro una connessione con i propri valori. 

Per attrarre e tutelare le nuove generazioni, quindi, le aziende dovrebbero mettere lo scopo al centro del proprio modo di agire.

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