SEGRETA > Perché è così difficile lasciare un lavoro che non ci piace?

A molte persone capita di rendersi conto che la situazione lavorativa in cui si trovano è tossica o non più adatta a loro, ma non riescono ad andarsene. Ecco i motivi per cui questo fenomeno può verificarsi:

    1. Fedeltà alla propria “famiglia lavorativa”
      Quando si lavora a lungo in un’azienda, si può generare un senso di lealtà che rende difficile il distacco: entrano in gioco ricordi, rapporti umani, sensi di colpa… In questo caso è necessario tenere presente che le aziende assumono le persone per le loro capacità e per i servizi che possono offrire e, nel momento in cui gli obiettivi cambiano o le richieste non sono soddisfatte, lasciano andare i dipendenti. Possiamo invertire questa logica e chiederci se l’organizzazione per cui lavoriamo ci sta ancora offrendo ciò di cui abbiamo bisogno, ponendoci domande come: mi offre opportunità di sviluppo che miglioreranno la mia carriera e la mia vita? Le politiche aziendali rispondono alle mie esigenze? Il valore che porto viene riconosciuto a livello economico o in altro modo?
    2. Atmosfera “da culto”
      Quando l’azienda ha una mission “giusta” e che ci sta a cuore, lavorando ci sentiamo come se stessimo contribuendo al bene del mondo e dell’umanità; in questi casi, andarsene può sembrare un gesto egoista o un modo per “tradire” la causa. Inoltre, la sensazione di far parte di qualcosa di più grande ci dà forza, ma può anche creare dipendenza e spingerci a sottovalutare gli aspetti negativi del lavoro. Se il cameratismo ci impedisce di lasciare un ambiente di lavoro poco sano, prendiamoci del tempo per focalizzare i nostri valori, indipendentemente dalle esigenze aziendali, con domande come: cosa è importante per me al lavoro? Quali valori vengono costantemente onorati e quali violati? Cosa posso fare per garantire che i miei valori vengano rispettati? Per esempio, se per noi è importante che le nostre idee vengano ascoltate, ma il/la nostrǝ capǝ ci ignora costantemente, dovremmo chiederci se possiamo parlare con lui/lei per cambiare la situazione. Se non è così, domandiamoci se la mission aziendale è davvero più importante dei nostri valori.

    3. Nostalgia di ciò che era l’azienda
      Se passiamo molti anni in un’azienda e viviamo la nostra esperienza con pieno coinvolgimento, potremmo avere difficoltà ad accettare i cambiamenti che essa può subire. Se ci troviamo spesso a pensare “non voglio andarmene perché amo molto l’azienda” invece di “non voglio andarmene perché amo molto il mio lavoro”, rischiamo di rimanere bloccatǝ nel passato e nella speranza che l’organizzazione torni a essere quella che era un tempo. In questi casi, il primo passo è accettare il cambiamento. Poi, possiamo chiederci: com’era l’azienda quando sono arrivatǝ e com’è oggi? Cosa migliorerebbe l’ambiente per me? Posso presentare richieste o proposte per soddisfare valori che al momento non sono presidiati?
    4. “Manette” azionarie
      Alcune persone ricevono delle azioni dalla propria azienda che, di solito, crescono con il passare del tempo: questo potrebbe indurci a rimanere per potersi aggiudicare la cifra più alta possibile. Dobbiamo, però, chiederci se il gioco vale la candela, facendoci domande come: qual è il netto che riceverò effettivamente? Che impatto avranno queste azioni sulle mie prospettive di pensionamento? Quale importo dovrei guadagnare in un’altra società per compensare il valore di queste azioni? Possiamo avvalerci dell’aiuto di professionistǝ del settore per trovare le risposte.

    5. Paura
      Quando si valuta di cambiare lavoro, le paure non mancano: paura di mettersi nuovamente alla prova, di non guadagnare abbastanza, di trovarsi nuovamente in una situazione difficile. Questi sentimenti possono farci perdere fiducia nella possibilità di migliorare la nostra situazione attuale. In questi casi, è utile considerare le domande seguenti per limitare i pensieri negativi: se non avessi paura di andarmene, cosa potrei fare? Quali reazioni emotive e sensoriali genera in me il nuovo ambiente di lavoro? Di che tipo di supporto ho bisogno per sentirmi più sicurǝ nell’affrontare il cambiamento? Cosa consiglierei a un amico nella mia stessa situazione?

Lasciare un lavoro, per quanto insoddisfacente, non è mai facile, e giudicare noi stessǝ non ci aiuterà. Sfruttiamo, invece, la consapevolezza acquisita per migliorare in futuro.

Leggi l’articolo di Marlo Lyons su hbr.org