SEGRETA > Per risolvere i problemi più grandi, punta tutto sulle piccole vittorie

In tempi di crisi, come questo periodo caratterizzato dalla pandemia da coronavirus, i leader tendono a voler rispondere ai problemi con mosse audaci, cambiando radicalmente la strategia o reinventando il proprio business. Gli esperti sostengono che ci troviamo alle porte di una nuova normalità e saremo spettatori di una grande ricostruzione dell’economia e della società. Probabilmente, trovandoci di fronte a un’esperienza inedita, sarebbe meglio agire a piccoli step, concentrandoci su quelle che il professor Weick, esperto di organizzazioni e docente all’università del Michigan, chiama “le piccole vittorie”: un risultato di moderata importanza, concreto, completo e sviluppato. Su questo tema si sono espressi anche Amabile e Kramer nel loro libro The progress principle, affermando che le piccole vittorie possono aumentare i livelli di gioia, engagement e creatività nei luoghi di lavoro. 

Le piccole vittorie diventano di vitale importanza quando i problemi aumentano. Lo studio condotto da Weick su questo argomento è di fondamentale importanza per le sue strategie di miglioramento della società e delle organizzazioni e per l’aderenza alle teorie psicologiche. Secondo il professore, la sfida per le persone e per i team consiste nel gestire la differenza tra forza interiore e stress: il giusto livello di stress causato dalla ricerca di piccole vittorie stimola lo sviluppo del senso di forza, che a sua volta permette ai leader e ai team di liberare la propria immaginazione, creatività, conoscenza e competenza. 

Le iniziative costruite sulla base delle piccole vittorie hanno grande valore: in caso di fallimento, infatti, le  delusioni rimangono di portata ridotta, e non diventano sconvolgimenti catastrofici. 

In un articolo scritto otto anni dopo il lavoro di Weick, Sitkin, docente alla Duke University, torna a riflettere sulla strategia delle piccole perdite. Secondo Sitkin, spesso le persone rinunciano ad agire per paura del fallimento, e in questo modo pensano di proteggersi dalla delusione: anche perché nelle organizzazioni fallimenti raggiunti per aver corso dei rischi sono spesso puniti, mentre fallimenti dovuti alla mancanza di azione spesso non prevedono ricadute su chi ha scelto di non agire. Il professore promuove perciò una strategia più sostenibile, invitando a cogliere i fallimenti come opportunità per imparare: gli errori, riletti, rielaborati  e resi comuni  permettono di acquisire l’esperienza che consente di calcolare in anticipo le incertezze. 

Esiste una grande differenza tra tenere a qualcosa ed essere incauti. A partire da questa profonda crisi, i leader dovrebbero concedersi la libertà di concentrarsi sulle piccole vittorie. 

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