Dopo una passeggiata, otteniamo risultati migliori in termini di memoria e attenzione perché le nostre cellule cerebrali costruiscono nuove connessioni, contrastando l’invecchiamento del tessuto cerebrale. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, anche una singola sessione di attività fisica moderata (come la camminata) può migliorare il sonno e l’apprendimento, oltre a ridurre i sintomi dell’ansia

Camminare all’aperto aumenta questi benefici, come evidenzia la dottoressa Jo Barton, Senior Lecturer della School of Sport, Rehabilitation and Exercise Sciences dell’Università dell’Essex: cinque minuti a contatto con la natura possono migliorare l’umore e l’autostima perché ci consentono di passare dall’attenzione volontaria, che richiede concentrazione ed energia, a quella involontaria, alleviando la stanchezza mentale. Infine, camminare stimola anche la nostra creatività.

I motivi per dedicare del tempo a una camminata non mancano, insomma, ma ecco alcuni consigli per camminare con uno scopo:

  1. Camminare per la prospettiva
    Passeggiare guardando la natura ci aiuta a renderci conto della vastità dell’universo, della bellezza del mondo che ci circonda e di quanto ancora ci sia da esplorare e conoscere.
  2. Camminare per la connessione
    Si può camminare da soli, ma non è un obbligo. Invitiamo amici o parenti a passeggiare con noi in presenza o al telefono.
  3. Camminare per imparare
    Mentre camminiamo possiamo imparare qualcosa di nuovo, per esempio ascoltando un podcast o la registrazione di un webinar. Possiamo anche fotografare una pianta o un animale che non abbiamo mai visto per poi fare una ricerca una volta a casa.
  4. Camminare per gratitudine
    Approfittiamo del momento della camminata per pensare a quando siamo fortunat* nel poter camminare, nell’avere la possibilità di osservare la natura e, semplicemente, nell’essere viv*.
  5. Camminare per la produttività
    Mentre camminiamo possiamo fare una telefonata di lavoro oppure dettare delle note vocali da rileggere in un secondo momento. In questo modo, una volta tornat* a casa, potremo spuntare una voce in più dalla nostra to-do-list, oltre a quella della passeggiata quotidiana.

Leggi l’articolo di Deborah Grayson Riegel su hbr.org