Intorno a questo mondo virtuale che si sta creando ci sono due schieramenti:
- da una parte i sostenitori, che credono che rivoluzionerà le nostre vite, dal modo in cui lavoriamo e acquistiamo a come socializziamo;
- dall’altra gli scettici, che lo vedono come una moda frenetica che attrae personaggi particolari.
McKinsey, però, ha scoperto attraverso una ricerca che la maggior parte dei consumatori conosce il metaverso e interagisce già con qualche suo aspetto.
Come molte innovazioni, questa nuova realtà è avvolta da un’aura di mistero, oltre che da false credenze. Ecco 6 falsi miti da sfatare sul metaverso.
- Nessuno sa cosa sia
È vero che di questo cosiddetto “internet del futuro” non esiste una definizione univoca degli esperti, e che i consumatori non sanno definirlo, dichiarano solo di conoscerne il funzionamento o lo associano a Meta, la società che possiede Facebook. Comunque il 47% degli intervistati ha abbastanza familiarità da descriverlo come “immersivo”, “interattivo” o “una rete scalabile e interoperabile di mondi virtuali 3-D in tempo reale”.
- È una moda passeggera
Nonostante il dibattito ancora in corso, il passaggio a questo nuovo mondo virtuale sta già avvenendo: cresce, infatti, l’interesse delle persone per attività ed esperienze digitali immersive. Molti, sia delle generazioni Z e Y che di quelle precedenti, si aspettano che il metaverso diventi una parte significativa della loro vita quotidiana, perché soddisfa il bisogno di maggiore comodità, connettività e intrattenimento. Sembra proprio che sarà il futuro, non una moda!
- È una cosa da giocatori
È vero che il gioco è una delle esperienze principali di questo mondo e che molti trascorrono diverse ore a giocare ai videogame nel metaverso. E d’altra parte, le persone sono sempre più alla ricerca di intrattenimento e shopping nel mondo virtuale: un utente del metaverso su cinque lo ha già usato per diversi scopi: partecipare in modo virtuale a eventi dal vivo come i concerti, viaggiare, apprendere e socializzare.
- È indirizzato alla Gen Z
Quest’ultima ne è sicuramente entusiasta, e i marchi del lusso hanno portato le loro strategie nel metaverso per attrarre nuovi clienti. Anche i millenials e le persone più adulte, comunque, mostrano interesse verso la nuova realtà aumentata. I consumatori più giovani credono che il metaverso permetta loro di essere davvero se stessi quando sono online, più che nella vita reale, e che le amicizie fatte in quel mondo possano essere profonde quanto quelle reali.
- Non fa guadagnare
Sebbene molte aziende non sappiano ancora se sia vantaggioso investirvi, la ricerca suggerisce che i consumatori spendono già in media 219 $ all’anno in risorse digitali, e che credono che la loro spesa nel metaverso sia destinata ad aumentare nei prossimi anni. Attualmente, i millennial sono quelli che spendono di più in risorse digitali relative al metaverso, con una spesa media di $ 151 nell’ultimo anno.
- È condizionato dalla velocità di sviluppo della tecnologia
Molte persone temono che la tecnologia non riuscirà a stare al passo con il metaverso, ostacolandone la diffusione. Pochi dispositivi immersivi, barriere infrastrutturali e problemi tecnici sono solo alcuni dei problemi che il mondo virtuale ha riscontrato in questi mesi. La domanda crescente dei consumatori e la loro fame di innovazione tecnologica sta motivando, però, le società tecnologiche a investire ulteriormente nei loro prodotti, migliorandone, ad esempio, la facilità d’uso, l’accessibilità e la qualità dell’esperienza.
In conclusione, la ricerca mostra l’entusiasmo dei consumatori all’idea che i loro brand preferiti entrino nel metaverso: saranno loro la forza trainante di questa evoluzione.
Leggi l’articolo completo di Cara Aiello, Jiamei Bai, Yuri Vilchynskyi e Jennifer Schmidt su www.mckinsey.com