SEGRETA > La lezione degli alberi sul lavoro in team

4.850 anni. È questa l’età del più vecchio albero vivente. È decisamente più vecchio dell’essere umano più anziano, di tutte le organizzazioni moderne e più del doppio della dinastia Pandya (generalmente considerata l’impero umano più duraturo). Come hanno fatto gli alberi a trionfare per così tanto tempo? Quali sono i loro segreti?

La risposta, secondo la guardia forestale Peter Wohlleben, è multiforme, ma ha molto a che fare con la cooperazione. Il suo libro, The Hidden Life of Trees, ci offre uno sguardo straordinario su questi ecosistemi incredibilmente resistenti e in costante adattamento, e ci dà alcuni suggerimenti che possiamo tradurre efficacemente nei team. Eccoli:

  • Impara modi produttivi per comunicare. Quello che può sembrare un essere statico e immobile è in realtà piuttosto sociale. Tra relazioni benefiche con alcuni insetti, altri alberi, mammiferi, microbi e persino funghi, possiamo dire che l’albero medio ha una “vita sociale” molto attiva. Le reti sotterranee di ife, formate dal micelio dei funghi, creano un vasto sistema di connessioni, attraverso cui gli alberi possono scambiarsi acqua, sostanze nutritive e vari segnali tra loro. In cambio all’aiuto che danno, i funghi riescono a ottenere le risorse di cui hanno di volta in volta  bisogno. Un processo che si rivela essere win-win. Proprio come la posta elettronica non è l’unico modo per inviare un messaggio, queste reti sotterranee non sono l’unico modo in cui gli alberi si parlano. Ad esempio, quando un erbivoro trasforma un albero in un buffet di insalate, alcune specie inizieranno a rilasciare composti amari nell’aria, che agiranno sia come deterrente per l’assalitore, sia come avvertimento per gli altri alberi. Questo avvertimento avanzato offre all’intero ecosistema una migliore possibilità di sopravvivenza. Perciò, impara come condividere gli stati d’animo, le situazioni in cui ti trovi, le esperienze che stai vivendo nel modo migliore e più comprensibile possibile: la sopravvivenza del tuo team e di altri nell’organizzazione potrebbe dipendere anche da questo.
  • Non lasciare indietro nessuno. Sebbene non sia vero per tutte le specie, molti alberi dipendono veramente dal loro ecosistema per sopravvivere. Se muoiono troppi alberi, il microclima locale inizia a cambiare (potenzialmente in peggio). Se troppa parte della chioma superiore muore, i raggi penetranti del sole asciugheranno e danneggeranno il suolo della foresta (o una tempesta entrerà e abbatterà ancora più alberi, creando un ciclo di feedback distruttivo). Sebbene non sia universalmente vero sul posto di lavoro (i colleghi tossici esistono), l’apporto dei tuoi compagni di squadra è fondamentale per la concretizzazione dei tuoi successi. E dato che siamo tutti esseri umani, tutti prima o poi ci troviamo in momenti difficili, abbiamo problemi di salute e molto altro ancora. I sistemi complessi si affidano a connessioni lunghe per la loro sopravvivenza, quindi, quando qualcuno che fa parte della tua “connessione” è a terra, attingi al tuo lato empatico e aiutalo a sollevarsi: non puoi sapere se e quando ne avrai bisogno anche tu!
  • Gli alberi hanno bisogno di riposo, così come le persone. Gli alberi hanno una sorta di ritmo simile al ritmo circadiano umano. Sono sensibili a elementi come la luce e la temperatura per comprendere l’ambiente circostante e fornire informazioni critiche per i loro processi decisionali. Sfrutta questi sette tipi di riposo per arrivare più fresco e riposato al lavoro. Cerca di riposare: fisicamente, mentalmente, emotivamente, socialmente, sensorialmente, creativamente, spiritualmente
  • Prenditi cura di ciò che ti circonda. È proprio dell’uomo godersi il tempo trascorso nella natura. Inoltre, è stato dimostrato che una semplice passeggiata attraverso la foresta ci fa davvero bene. Ulteriori ricerche hanno scoperto che i composti naturali rilasciati dagli alberi per liberarsi da parassiti e microbi ostili (quel forte profumo di pino con cui molti di noi hanno familiarità) hanno un effetto molto positivo sugli esseri umani. Certo, gli alberi non disinfettano l’aria attorno a loro per il nostro benessere, ma questo è un effetto collaterale molto positivo. Quali spunti di riflessione possiamo trarne? Molto semplicemente, che è importante creare esperienze lavorative positive nella tua vita lavorativa quotidiana, essendo consapevoli del proprio contesto e disponendosi a lasciarlo uguale o migliore di quando l’abbiamo incontrato.. Non solo tutti noi preferiamo lavorare con qualcuno che si dimostra essere una persona positiva, piuttosto che difficile, ma può anche portare a qualche aumento di produttività. Rendi la condivisione della gratitudine parte della tua cultura. Aiuta gli altri a sentirsi meglio e potresti scoprire delle piacevoli sorprese
  • Gli alberi vivono su una scala temporale diversa dagli esseri umani. Sappiamo che gli alberi possono vivere a lungo. Un’intera durata della vita umana equivale, per un albero, più o meno all’infanzia. Siamo ossessionati dagli sprint settimanali e dai piani operativi trimestrali, che per un albero potrebbero equivalere a uno sbadiglio. Inoltre, la reazione umana è questione di millisecondi. E per gli alberi? L’invio di un segnale richiede molto più tempo: è questione di minuti. Il punto è che gli alberi fanno le cose molto più lentamente di noi e da questo possiamo imparare a dilatare i tempi nella nostra realtà organizzativa, in un mondo sempre più ossessionato dalla velocità. Prova a pensare al tuo lavoro, alla tua organizzazione e al tuo team con una prospettiva di più lungo tempo rispetto a quanto sei abituato a fare: ciò che è vero oggi lo sarà anche tra cinque anni? Tra cinquanta? Tra cento? Senza necessariamente cambiare i tuoi piani annuali, guardare le cose da una prospettiva diversa può aprirti nuovi orizzonti e darti chiavi di lettura differenti e fresche.

 

Impara, dunque, a pensare come un albero. Abbiamo più cose in comune di quanto possiamo pensare con gli alberi e le foreste del nostro pianeta. Poiché il nostro mondo cambia continuamente, fare un passo indietro, rallentare e imparare da alcuni degli esseri più duraturi in circolazione può dimostrarsi essere uno sforzo utile.

Leggi l’articolo completo di Chris Kaundart su www.blog.trello.com