SEGRETA > La leadership dei pirati: 3 lezioni valide anche oggi

Di solito associamo i pirati alla violenza, al furto e al caos, tutto indiscutibilmente vero. Quello a cui forse non pensiamo, però, è come alcuni di loro, tipo Barbanera, siano stati efficaci nell’ispirare e comandare i loro equipaggi. I pirati, a quanto pare, erano lungimiranti e, in molti modi, sorprendenti e istruttivi. 

Ecco tre cose da sapere sulla leadership dei pirati:

  1. Tutti avevano la stessa voce. Le navi mercantili erano una dittatura galleggiante. Il capitano trattava i marinai come meglio credeva, spesso duramente. I marinai venivano picchiati, lavoravano troppo, erano sottopagati e a volte morivano di fame. Il morale era basso. Il dissenso era punito come ammutinamento. Al contrario, i pirati praticavano una forma rivoluzionaria di democrazia. Per mantenere l’ordine sulla nave e scoraggiare la rivolta, i pirati votavano su chi dovesse essere il capitano, ponendo limiti al suo potere e garantendo a ogni membro dell’equipaggio di avere voce in capitolo negli affari della nave. Inoltre, eleggevano un quartiermastro che, oltre a risolvere le controversie e distribuire provviste e denaro, serviva a controllare l’autorità del capitano. Nessun uomo da solo comandava la nave. Capitano ed equipaggio votavano su tutto: dove andare, a chi rubare, come agire, cosa fare con i prigionieri. E quando le regole venivano contestate, era una giuria di uomini dell’equipaggio a decidere la questione, non il capitano. Con un numero sufficiente di voti, l’equipaggio poteva non solo degradare o destituire il capitano, ma anche abbandonarlo su un’isola o gettarlo in mare.
  2. Il senso di engagement era forte. Ogni pirata poteva presentare reclami o preoccupazioni senza paura di rappresaglie, dato che i membri dell’equipaggio erano protetti da “articoli”, in sostanza, una costituzione redatta per ogni nave. Gli articoli erano formulati democraticamente e richiedevano un accordo unanime. Stabilivano i diritti e i doveri dell’equipaggio, le regole per la gestione delle controversie, gli incentivi per garantire il coraggio in battaglia e i risarcimenti ai feriti. Gli articoli davano a tutti i membri dell’equipaggio un senso di investimento personale: sentivano che le loro azioni erano importanti.
  3. Ciò che contava erano le capacità e l’impegno, non il background. Navigando in alto mare, i pirati raccoglievano marinai di diverse religioni ed etnie, il che li rendeva cosmopoliti. Sebbene la schiavitù fosse comune sulla terraferma, in mare tutti i pirati avevano diritto di voto, una parte uguale del bottino, potevano portare armi e venivano persino eletti capitani degli equipaggi. I singoli pirati erano valutati per la loro competenza e il loro duro lavoro; le loro origini e il colore della pelle erano irrilevanti. La nave di Barbanera era probabilmente più progressista ed equa della società americana o inglese dell’epoca.

Indipendentemente il settore o il ruolo, nella nostra partecipazione a dare vita alla cultura aziendale possiamo scegliere di prendere esempio dai pirati: assicurandoci che ogni persona del team abbia un voto uguale agli altri, che ciascuno abbia un senso di investimento personale nel successo del gruppo, e che si vada oltre il genere e l’etnia per elevare le competenze e l’etica del lavoro. Le nostre vite lavorative sarebbero notevolmente diverse se abbracciassimo il modo di pensare dei pirati, ponendoci giorno per giorno la domanda: sono il capitano che il mio equipaggio sceglierebbe come leader? 

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