Il Sole 24 Ore

La gerarchia basata sul command&control, struttura portante delle nostre organizzazioni, viene dal passato da mondi che non esistono più. Quando sono nate le aziende contava il prodotto, l’offerta guidava la domanda e il tasso di innovazione era bassissimo. La struttura gerarchica separava chi pensava, decideva, pianificava e controllava, da chi eseguiva. Il lavoro era uno strumento per sopravvivere: oggi invece ci aspettiamo che concorra anche alla nostra espressione e realizzazione, ci consenta di partecipare, contribuire e coltivare altri ambiti.

Proprio quello di cui aziende hanno bisogno: per tenere il passo con il mondo, servono persone che ad ogni livello dell’organizzazione mettano testa (pensiero), cuore (cura) ed energia, con le sfide aziendali che alimentano la crescita personale e professionale. Il cambiamento, quindi, è epocale. Ma, nonostante le continue innovazioni tecnologiche e organizzative operate dalle aziende, la logica che sottende la gerarchia è rimasta intatta: comandare e controllare dall’alto ci sembra ancora ovvio. E’ ovvio per chi sta sopra dire a chi sta sotto cosa deve fare, è ovvio per chi sta sotto aspettare dall’alto gli input per agire.

 

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