Oggi le persone vivono più a lungo che mai: si prevede che chi è nato nel 2007, in un paese economicamente sviluppato, avrà un’aspettativa di vita tra i 102 e i 107 anni. Tra le varie conseguenze di questo fenomeno, c’è anche un significativo aumento della durata delle carriere: coloro che attualmente hanno vent’anni potrebbero aver bisogno di lavorare fino a quando ne avranno quasi ottanta. Un percorso professionale così lungo non è mai stato sperimentato e richiederà un approccio altrettanto inedito, ecco alcuni consigli:
- Prendersi il tempo per provare diversi lavori a inizio carriera
Molte persone arrivano a metà o a fine carriera senza essersi mai domandate se il percorso professionale che hanno scelto sia quello più adatto a loro, mentre alcune lo fanno solo dopo essersi prese una pausa dal lavoro. Una carriera di 60 anni, come quella che si prospetta per la Gen Z, permette di affrontare queste riflessioni con maggiore anticipo: la pressione sociale sarà inferiore e ci sarà più tempo per esplorare e per approfondire i propri interessi in modo da compiere scelte più strategiche. Per favorire questa attività di esplorazione, alcune aziende mettono a disposizione dei programmi che permettono di ruotare su diversi ruoli e funzioni, rimanendovi per qualche mese. In alternativa, possiamo allargare i nostri orizzonti utilizzando i fine settimana e le vacanze per fare volontariato o esperienze stimolanti, seguire un corso nella nostra area di interesse oppure intervistare qualcuno che svolge un lavoro che ci incuriosisce. L’importante è essere pazienti verso noi stessǝ e ricordare che abbiamo tempo e non dobbiamo scegliere subito la nostra strada. Per sfruttare al massimo il valore aggiunto delle nostre esplorazioni, teniamo nota degli aspetti positivi e negativi di ogni esperienza, in modo da poterli rileggere in seguito. - Pianificare pause prolungate nel corso della carriera. Da un sondaggio globale condotto su 190.000 millennial, è emerso che moltǝ di loro si aspettano di lavorare più a lungo e più duramente rispetto alle generazioni precedenti e, per questo, l’84% prevede di prendersi una pausa dal lavoro di quattro settimane o più per viaggiare o coltivare interessi alternativi. Pensando a carriere sempre più lunghe, le pause potrebbero diventare un’abitudine sana per rimanere lucidǝ e motivatǝ ed evitare il burnout. Se intendiamo sperimentare queste interruzioni temporanee della nostra carriera, assicuriamoci di mantenere sempre aggiornate le nostre credenziali e certificazioni, così da rendere più agevole la ripresa dopo la pausa.
- Cercare aziende che accettano le interruzioni di carriera. Un numero sempre maggiore di organizzazioni si sta preparando ad affrontare le interruzioni di carriera del proprio personale istituendo dei programmi ad hoc di reinserimento e onboarding per accogliere chi rientra. Molti di essi prevedono che venga presentata una domanda e che si rispettino determinati requisiti. Se vogliamo candidarci a uno di questi programmi, aggiorniamo il nostro CV inserendo come prima voce tra le esperienze lavorative proprio “Interruzione di carriera” e specificando le motivazioni e le attività alternative che abbiamo svolto durante la pausa.
- Tenere sotto controllo gli aspetti economici. Una carriera lunga, all’interno della quale sono previste una o più interruzioni, richiede un’attenta pianificazione finanziaria, soprattutto considerando che le pause spesso durano più di quanto inizialmente preventivato. Howard Schilit, esperto di analisi e contabilità forense, suggerisce di risparmiare il più possibile a inizio carriera, in modo da avere maggiore flessibilità in seguito: evitiamo le spese pazze, accantoniamo e investiamo sulla pensione attraverso i vari strumenti disponibili. Questo ci permetterà di gestire con maggiore serenità le interruzioni di carriera e anche di intraprendere percorsi professionali alternativi al rientro, indipendentemente dal livello di retribuzione che ci viene offerto. È importante anche informarsi e tenere conto di come il governo del nostro paese inquadra le interruzioni di carriera dal punto di vista della previdenza sociale.
Pensare a tutti questi aspetti metterà sia noi sia i nostri datori di lavoro nelle condizioni di affrontare al meglio le carriere più lunghe di sempre.
Leggi l’articolo di Carol Fishman Cohen su hbr.org