Lavori per un leader o per un manager? E se sei responsabile di altre persone, ti comporti da leader o da manager? Per rispondere a queste due domande si possono osservare tre dimensioni:

1.Fare le cose nel modo giusto o fare le cose giuste
Un manager si preoccupa di far seguire le regole, che il lavoro sia svolto bene e che i processi siano rispettati. Non c’è niente di sbagliato in questo, ma questi comportamenti dimostrano il fatto che tipicamente i manager sono avversi al rischio, impegnati a seguire le direzioni dei loro superiori.
Un leader, invece, fa la cosa che ritiene giusta, anche se questo comporta il non rispettare qualche accordo.
Un leader non richiede di svolgere dei lavori che considera inutili, ma si attiverà per organizzare meglio il lavoro. Un leader che si concentra sul fare la cosa giusta gestisce le persone incoraggiandole ad attivare il pensiero critico rispetto al motivo per cui stanno svolgendo un lavoro, piuttosto che andare avanti in modo meccanico. Per loro è più importante svolgere lavori che abbiano un buon ritorno in termini di valore piuttosto che spuntare un’altra casella dalla to-do list. Per questo, un leader metterà alla prova lo status quo, piuttosto che considerare il sistema buono di default. 

2.Misurare il valore o creare valore
I manager danno priorità al quantificare e misurare il valore. Spesso sono ossessionati dal registrare i risultati per creare report. Ma i manager che sono iper-concentrati nel quantificare il valore tendono a perdere di vista l’insieme, mirando a obiettivi di breve termine che possono danneggiare i business nel lungo periodo. Spesso, basta un solo cattivo manager per distruggere il lavoro di un intero team.
Diversamente, i leader si concentrano sul creare valore. Non ignorano l’importanza del misurare le performance, ma per loro quantificare i risultati è soltanto un’attività base. I veri leader pensano a come accrescere una linea o ridurre i costi, e lo fanno implementando azioni creative, correndo rischi e facendo scommesse. La sfida per i leader è come convincere un’organizzazione ad accettare i rischi nel breve periodo e come gestire le aspettative per la strategia a lungo termine che avrà successo nel lungo periodo.

3.Comandare con la paura o dare l’esempio
I manager assegnano compiti e chiariscono le conseguenze del non realizzarli in un determinato modo. Organizzano i team in base alle penalità, esplicite o nascoste, misurano i risultati in KPI e si nascondono dietro un muro di richieste, dietro frasi che sembrano consigli, ma che sono in realtà ordini precisi.
I leader, invece, si dimostrano aperti a modificare le strategie che loro stessi hanno sperimentato in passato, creando un set di esempi di operazioni o decisioni positive e lasciando agli altri la libertà di interpretare, prendere in prestito, improvvisare e attivare processi diversi. Loro guidano con apertura mentale e umiltà. Il loro ego non è mai coinvolto, e non richiedono ai collaboratori di emulare il successo ma di crearlo. 

Che tu abbia a che fare con manager o con leader, dovresti sentirti fortunato, perché puoi imparare da entrambi. Non si possono cambiare le persone con cui si lavora, ma si può cambiare il modo in cui si lavora con loro se si dedica del tempo a capire le loro motivazioni e inclinazioni.

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