Dan Pontefract, CEO e fondatore del Gruppo Pontefract, (una società che lavora con leader e organizzazioni sui temi della cultura organizzativa e della leadership), ci racconta come si prendono le decisioni in Netflix.

Netflix, un brand che unisce internet e i film, era un’idea di business talmente improbabile agli inizi che quando Marc Randolph (co-founder e primo CEO) la propose per la prima volta, sua moglie pensò “Non funzionerà mai”. Invece l’azienda non solo ha funzionato, ma ha funzionato ben oltre le più rosee aspettative, arrivando addirittura a rivoluzionare la televisione, aprendo la strada all’era del binge watching, e trasformando il sistema messo da tempo in piedi da Hollywood. Netflix ha investito moltissimo in serie Tv originali e film, ed è diventata la regina incontestata dello streaming, con un numero di abbonamenti globali che è schizzato fino a 137 milioni. Recentemente Netflix ha annunciato di voler investire circa 2 miliardi di dollari in bond per finanziare alcune attività aziendali, tra cui lo sviluppo di nuovi spettacoli e l’acquisizione di contenuti. Secondo SEC filings, questo porterebbe il debito a breve e lungo termine della società ad oltre 20 miliardi di dollari. 

Ma come può bilanciare un debito alto e obiettivi enormemente ambiziosi di abbonati, con la necessità di offrire programmi creativi alla sua clientela in crescita?

Quella di Netflix è stata a lungo una storia esemplare di come si opera nella Silicon Valley. L’azienda ha scritto quella che ha definito la “Culture deck”, ossia la presentazione della propria cultura organizzativa, unendo le riflessioni maturate in più di dieci anni di lavoro, e l’impegno e i contributi di numerosi dipendenti. Intitolata ufficialmente “Libertà e responsabilità”, mostra nel primo valore descritto, il “Judgment”, corredato dai comportamenti relativi, ciò cui occorre fare particolarmente attenzione: è qui infatti che l’azienda indica le modalità con cui prender decisioni e i conseguenti comportamenti attesi. Vediamoli.

Il mercato in cui opera Netflix sta rallentando in un momento in cui le aziende dei media sono determinate ad avere il controllo completo di quel tipo di spettacoli che hanno supportato il successo iniziale di Netflix e a spostare abbonati verso i propri servizi. Ma né questo né il debito paiono essere dei problemi per Netflix, perché incoraggia i propri dipendenti a “prendere decisioni sagge nonostante l’ambiguità”. L’azienda dà ai team il potere non solo di prendere decisioni, ma di farlo “non tanto sul breve quanto sul lungo periodo”. Inoltre chi lavora in Netflix è chiamato a “identificare le cause profonde dei problemi, andando oltre il semplice trattamento dei sintomi” .

In un’intervista Reed Hastings, attuale CEO, dice di aver adottato il “Principio Primo” di Aristotele come punto di partenza per identificare come prendere le decisioni in azienda: “Pensare a partire dal Principio Primo significa sapere che ogni cosa che si fa è ancorata ad un valore fondativo – o Principio Primo. Anziché seguire ciecamente un’indicazione o rimanere aderenti a un processo, una persona che pensa secondo il Principio Primo si chiederà costantemente cosa sia meglio per l’organizzazione e se si possa fare la stessa cosa in maniera diversa”. Hastings ha creato una cultura così abituata all’autonomia nella presa di decisioni che lui non deve prenderne più neppure una! Per esempio, in un’altra intervista, ha detto “Sono orgoglioso quando riesco a prendere meno decisioni possibili in un Quarter… talvolta riesco a non prenderne neanche una per tutto il Quarterquello che stiamo cercando di costruire nelle persone è un senso di responsabilità e di empowerment che consenta loro di agire”.

In altre parole, quando un’azienda riconosce l’importanza di dare potere ai dipendenti al punto da portarli a prendere decisioni ponderate per raggiungere gli obiettivi a lungo termine dell’azienda stessa, riesce contemporaneamente ad avere una forza lavoro altamente ingaggiata. Patty McCord, che è stata HR in Netflix, ha detto “diamo molta importanza alle persone che hanno una buona capacità di giudizio e prendono le decisioni corrette. Vogliamo che le persone siano in grado di fare la cosa giusta all’interno di contesti diversi, e decidano correttamente perché sono persone brillanti e con una buona capacità di giudizio”.

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