Anna Lundström e Alexander Westerdahl, direttori HR di Spotify, sono gli autori dell’articolo di oggi e ci parlano delle direzioni strategiche del colosso di streaming musicale. L’azienda da tempo discuteva su quale fosse il futuro del lavoro, concludendo che globalizzazione e digitalizzazione rappresentano forze motrici che porteranno a un lavoro più flessibile, che si accorda meglio con i bisogni dell’azienda così come a quelli delle persone.
Poi è giunto il 2020 e all’improvviso tutti sono stati costretti a lavorare da casa, il che rappresentava in sé un test della reale forza della cultura e dei valori aziendali, e sebbene la pandemia non sia ancora finita, così come nemmeno i cambiamenti sociali e di equità che la società sta affrontando, Spotify si dice orgogliosa del fatto che la sua cultura sia rimasta forte e salda. Gli eventi del 2020 hanno avuto l’effetto di accelerare i processi, già in moto, di innovazione del modo di lavorare. Tanto che, secondo il team esecutivo di Spotify, questo è il momento giusto per iniziare la transizione per diventare un’azienda più flessibile, introducendo il programma “Work From Anywhere” per tutto il personale.
I valori di Spotify che hanno portato all’implementazione di questo progetto sono i seguenti:
- il lavoro non equivale all’andare in ufficio, bensì al mettersi all’opera
- l’efficienza non può essere misurata con il numero di ore passate in ufficio. Piuttosto, dare alle persone la libertà di decidere dove lavorare, aumenterà l’efficienza
- dare alle persone più flessibilità aiuterà a migliorare il work-life balance e a sbloccare nuove energie
- operare come un’organizzazione multi-sede genererà migliori e più efficienti modi di lavoro con un uso più intenzionale della comunicazione e della collaborazione in pratiche, processi e strumenti.
A partire da questa estate, Spotify offrirà più flessibilità al personale, introducendo My Work Mode e flessibilità nella scelta del luogo di lavoro:
- In My Work Mode il personale sarà in grado di lavorare full time da casa, dall’ufficio o una combinazione delle due. L’esatto mix delle due modalità di lavoro sarà a discrezione di ogni lavoratore e del loro manager.
- Con la scelta della location si introdurrà più flessibilità nella scelta dello stato o città da cui le persone possono lavorare (con limitazioni relative a fuso orario e alle leggi del paese di interesse). In caso in cui qualcuno scelga di lavorare in una location non adiacente a un ufficio Spotify, verrà inoltre fornita una membership a uno spazio di coworking, se interessati a lavorare da un ufficio.
Tenere in considerazione che ogni individuo ha bisogni e necessità diverse, permette di comprendere che è giunto il momento di rivedere le modalità di lavoro di modo che siano più favorevoli sia per il business che per le persone. Un approccio del genere al lavoro apporta un grande vantaggio nell’attrarre nuovi talenti.
La cultura del flexible working si fonda su fiducia, comunicazione, collaborazione e connessione, esattamente come la cultura di Spotify. Senza contare che parte del DNA di Spotify è quella di essere “caos controllato”. Nello spirito di ciò, l’azienda si sente pronta a iniziare questa nuova avventura con la consapevolezza che ci saranno una serie di aggiustamenti e correzioni da fare lungo il percorso. Ma attraverso questa sperimentazione, oltre a sbloccare nuovi talenti, si punterà anche a migliorare inclusione e diversità aziendale, nonché creare nuovi posti di lavoro e nuovi mercati accessibili.
Leggi l’articolo di Anna Lundström e Alexander Westerdahl su www.hrblog.spotify.com