SEGRETA > Il futuro del lavoro visto dal CEO di Airbnb

Brian Chesky, CEO di Airbnb ha recentemente annunciato su Twitter che non chiederà al personale di tornare a lavorare in presenza. D’ora in poi, infatti, i collaboratori: 

  • Potranno decidere se lavorare a casa o in ufficio
  • Potranno trasferirsi in qualsiasi città dello stato in cui lavorano, che sia a San Francisco o a New York, senza conseguenze economiche
  • Saranno liberi di vivere e lavorare in 170 paesi per un massimo di 90 giorni all’anno in ogni località
  • Si terranno in contatto attraverso riunioni ed eventi, ma potranno incontrarsi di persona per non più di una settimana alla volta
  • Per sostenere questo cambiamento, l’azienda sta adeguando il programma dei lanci di prodotto, rendendolo indipendente dal luogo di lavoro.

Naturalmente, non tutte le aziende prendono decisioni di questo tipo:  Apple ha incentivato i collaboratori a tornare in ufficio e altre società hanno affermato che adegueranno la loro retribuzione se le persone lavoreranno a distanza o si trasferiranno in località più economiche. Airbnb, comunque, ha un evidente interesse commerciale a questa sperimentazione: quante più aziende adottano politiche simili, quanti più soggiorni a lungo termine sono prenotati sulla sua piattaforma. Questa scelta è la risposta a un dato di mercato: il 20% delle prenotazioni  nel terzo trimestre del 2021 faceva parte di un soggiorno di 28 giorni o più.

Sembra poi che il lavoro a distanza aumenterà anche quando la pandemia si placherà. Nicholas Bloom, un economista di Stanford che studia questo fenomeno, è giunto alla conclusione che circa il 15% delle persone lavorerà completamente da remoto dopo la pandemia e un altro 30% lavorerà in modalità ibrida. Dice anche che il 30% dei collaboratori vuole lavorare solo a distanza, e questa richiesta eserciterà pressioni sulle aziende affinché cambino le proprie politiche e la propria cultura.

Secondo quanto dichiarato da Chesky al TIME, l’ufficio come lo conosciamo oggi è ormai storia vecchia: le persone avranno bisogno di una maggiore flessibilità e non sarà sufficiente lavorare da casa. Oggigiorno, infatti, grazie alla tecnologia, le persone non hanno bisogno di trovarsi in ufficio o a casa per lavorare. Potendo farlo ovunque e possedendo una buona connessione, l’unico posto in cui dovranno essere è Internet. Negli ultimi due anni lo stesso Brian Chesky ha lavorato ad Atlanta, Nashville, Charleston e Miami, e questo non ha fatto alcuna differenza. Le persone andranno comunque negli uffici, ma per altri scopi, come lavorare insieme. 

Inoltre, la tecnologia aumenterà così tanto che ogni azienda si sentirà sempre più tecnologica. “Se non stiamo attenti, in nome dell’efficienza, cercheremo di rimuovere ogni connessione umana”, sostiene Chesky. “E se lo facciamo, vivremo in un mondo senza comunità in cui le persone sono sole”. Pertanto, in futuro sarà necessario essere molto più creativi per trovare momenti e modalità diverse per riunire le persone e farle sentire davvero vicine e connesse, sperimentando e cambiando tutte le volte che servirà. 

Per immaginare come sarà il futuro del lavoro, bisogna guardare alle aziende giovani, non alle grandi banche o alle vecchie società. Le nuove organizzazioni sono flessibili, mobili e un po’ più nomadi: così Brian Chesky vede il mondo del lavoro tra qualche anno. 

Leggi gli articoli completi da cui è tratta la nostra sintesi:
Articolo di Walter Frick su www.qz.com
Articolo di Belinda Luscombre su www.time.com