Mentre cerchiamo di cogliere la reale portata di questa pandemia, le nuove sfide che siamo chiamati ad affrontare ci indicano dei cambiamenti necessari nelle nostre vite e nel nostro modo di fare business. Ci si chiede se il COVID-19 sia il cosiddetto “cigno nero” tanto temuto dalle società e dalle aziende, e ovviamente la risposta è affermativa, ma potrebbe trattarsi di una sfida che dovremmo affrontare quotidianamente, come fosse la nuova normalità. Di sicuro è troppo presto per parlare di cosa possiamo apprendere da questa situazione, mentre si consuma una tragedia umana su scala mondiale, ma ci sono alcune osservazioni da tenere a mente legate a questa sfida e alla relazione che intercorre tra questa situazione e altri grandi argomenti:
- Dobbiamo capire e reagire meglio alla crescita esponenziale: se non appiattiamo la curva della crescita dei contagi, si assisterà a un vasto numero di morti e di contagiati. Il nostro sistema sanitario e il sistema economico collasseranno sotto il peso di questa curva. L’umanità ha già gestito situazioni di crescita esponenziale in passato, che hanno coinvolto l’aumento della popolazione, l’uso delle risorse e l’emissione di gas serra. Nel tentativo di scongiurare un impatto significativo sulla vita delle persone e sul pianeta, abbiamo agito in ritardo, così come stiamo facendo per l’emergenza causata dal coronavirus, in cui le persone stanno riducendo i contatti sociali lentamente, mentre ci aspetta un lungo periodo ancora più difficile. Dall’altro lato della medaglia, bisogna ricordare che molte cose si sono mosse su grafici non lineare negli ultimi decenni: la riduzione della povertà infantile, la riduzione di alcune malattie e la riduzione dei costi dell’energia rinnovabile.
- Il pianeta ha dei limiti che delineano come sarà il nostro mondo nel futuro: tutte le economie e le aziende devono imparare a lavorare all’interno delle risorse limitate del pianeta. Riguardo al COVID-19, si sa poco sulla sua origine, ma probabilmente sono coinvolti pipistrelli e altri animali selvatici come i pangolini, venduti vivi ai mercati cinesi in cui si è registrato il primo focolaio. Ma cosa porta le persone a mangiare questi animali? Quando su un pianeta abitato da quasi otto miliardi di persone la natura è spinta oltre i suoi limiti, i miliardi persone che non riescono a sopravvivere, mangerebbero qualsiasi cosa.
- Dobbiamo capire che siamo tutti connessi: non ci si può nascondere a lungo, se non si assicura un accesso a energia, acqua, cibo e cure sanitarie a tutti, siamo tutti in pericolo. Se non ci sviluppiamo tutti insieme, nessuno di noi continuerà a crescere.Il cambiamento climatico e le malattie sono collegati: il riscaldamento globale provoca l’allungarsi delle stagioni e l’espansione di malattie pericolose in ampie zone geografiche. Inoltre, l’aumento del livello dei mari provocherà l’inabitabilità di molte zone, e l’aumento del numero di rifugiati che non avrà accesso a risorse economiche e sanitarie nel paese di arrivo. La crisi sanitaria sta riducendo le emissioni, è vero, e ridurre l’inquinamento è importante, ma il costo umano del rallentamento economico aggiunge un tassello importante alle conseguenze devastanti della pandemia.
- Le aziende devono porre le persone al primo posto: davanti a una tale emergenza, le aziende dovrebbero andare oltre i soliti discorsi sui profitti e sui mercati. Molte aziende stanno intraprendendo azioni per aiutare il mondo intero durante questa crisi, e tutti si ricorderanno di loro.La resilienza economica al cigno nero richiede alle aziende di adottare nuovi comportamenti: il modello di business attuale è incentrato sul perseguimento dell’efficienza, ma la filiera mondiale che punta ad ottimizzare la centralizzazione e a ridurre i costi sta mostrando le sue debolezze. La riduzione della domanda derivante dalla limitazione della socialità è inevitabile, così come i tagli ai servizi e ai viaggi.
- Potremmo scoprire qualcosa di utile sul nostro modo di interagire e di viaggiare: l’ex ufficiale dell’ONU Figueres crede che tutti noi capiremo che non abbiamo bisogno di spostarci e viaggiare come siamo abituati a fare, e questo può aiutare a ridurre i cambiamenti climatici nel lungo periodo.
- Le aziende hanno bisogno di abbandonare le policy e le linee politiche: durante una tale emergenza, le imprese devono utilizzare la loro influenza politica per incentivare i governi a un cambiamento. Molte aziende e grandi organizzazioni, come le università e le associazioni sportive, si stanno spostando sulla dimensione virtuale, o stanno chiudendo. Questo è il miglior modo per contenere la curva dei contagi. Ma è sufficiente che le imprese prendano decisioni che toccano solo il loro interno? O occorre che si posizionino anche come interlocutori privilegiati con i Governi per supportare la gestione della crisi, Ad esempio contribuendo a testare velocemente le infrastrutture?
Sperando di riuscire a contrastare tutte queste sfide e a costruire un mondo più umano, compassionevole e sostenibile, per il momento dobbiamo cominciare stando a casa e vivendo con prudenza.
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