Potresti non considerarti il capo peggiore del mondo, ma se commetti una di queste azioni, allora probabilmente lo sei. L’aggravante a questi errori è che sono così facili da evitare da non esserci scusanti. Se ti riconosci in una qualsiasi delle seguenti azioni, ti prego, smetti. Il tuo team ti ringrazierà!
- Convocare una riunione, o chiedere nuovi file, alle 17… peggio se di venerdì; chiedere di fare una riunione, o reclamare che un progetto sia concluso, appena un’ora prima della fine della giornata lavorativa è malefico (a meno di casi estremi e totalmente eccezionali). Pretendere che si lavori fino a tardi, oltre il proprio orario di lavoro, non farà che farti odiare.
- Indire meeting per cose che potrebbero essere gestite con una chiamata o una mail; molti manager sentono la necessità di fare un meeting per ogni cosa. Ma secondo le statistiche, il 50% del personale sostiene che preferirebbe fare qualsiasi altra spiacevole cosa piuttosto che subire l’ennesima riunione. I meeting sono strumenti utili, se necessari e gestiti efficacemente, ma quando è possibile meglio sostituirli con una chiamata o una mail.
- Micromanagement del superfluo; un caso lampante è quello di mail, presentazioni o discorsi, in cui i manager dettano esattamente cosa scrivere, parola per parola. Questo tipo di manie di controllo è estenuante, nonché sminuente. Si presuppone che persone maggiorenni e integrate nel mondo del lavoro sappiano mettere insieme un testo. Perché trattarle come infanti?
- Chiedere di tenere d’occhio il telefono durante giorni di vacanza o malattia; prendersi un giorno libero con il presupposto che all’occorrenza si debba essere reperibili ne vanifica il senso. Se nemmeno quando si è in vacanza o si sta male si riesce a sfuggire dai doveri dell’ufficio, il burnout è dietro l’angolo.
- Pensare di essere meglio degli altri; alcuni manager pensano di essere onniscienti, convinti che tutto ciò che dicono sia oro colato. Ma a volte i veri esperti sono i subordinati. Inutile fingere. È necessario riconoscere che a volte non si hanno tutte le risposte e che è possibile rivolgersi e chiedere consiglio agli altri, accettando le buone idee anche se non sono le proprie.
- Esagerare su qualsiasi cosa; c’è chi appena si imbatte in un inconveniente lo trasforma in una catastrofe, creando problemi laddove non ce ne sono, finendo per esasperare i colleghi. Meglio mantenere la calma.
- Generalizzare quando si vuole correggere qualcuno; “alcuni di voi arrivano spesso in ritardo”. Non è un modo corretto ed efficace di affrontare queste situazioni. Generalizzando si rischia di sminuire chi non ha commesso errori, costringendoli a sorbire una ramanzina che non spetta loro. Meglio chiamare in disparte le persone interessate e parlare in modo diretto con loro, così da essere più incisivi sugli errori da evitare.
- Non definire correttamente le priorità; lavorare significa saper riconoscere le priorità. Perdere giornate intere su una minuzia, trascurando le operazioni serie, è mal sopportato dai collaboratori, soprattutto se su di loro ricade lavoro extra.
- Lasciarsi andare all’ira; quei capi pronti a balzare alla gola per ogni minima cosa creano un ambiente di paura e incertezza. I colleghi evitano di prendere l’iniziativa per timore di subirne le conseguenze. Errare è umano, non si può strepitare per ogni cosa. È bene ricordarsi di fare un bel respiro prima di iniziare a borbottare.
- Non prendere decisioni importanti; è paradossale, perché il lavoro dei manager è proprio quello di prendere decisioni. Va bene ponderare, ma senza esagerare, o non farà altro che esasperare il team in attesa.
È facile: non commettere queste azioni, se non vuoi essere uno di quei capi totalmente insopportabili.
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