Quando pensiamo al processo decisionale, immaginiamo due alternative: il consenso – ovvero la situazione in cui la decisione viene presa quando tuttǝ sono d’accordo – e l’autocrazia – dove una persona sola decide per tuttǝ –. Esiste, però, una terza alternativa: l’assenso.

Il processo decisionale per assenso nasce da una rielaborazione del “processo di consulenza”, teorizzato da Dennis Bakke di AES Corporation, secondo cui chiunque può prendere una decisione dopo aver consultato coloro che sono significativamente interessatǝ dall’argomento in questione o sono espertǝ nel campo. Alla base c’è l’indipendenza di chi decide: si può essere influenzatǝ ma non vincolatǝ dai consigli ricevuti.

Il processo decisionale per assenso, invece, prevede che una decisione possa essere presa se nessuno esprime obiezioni a riguardo. Le obiezioni devono essere basate sul presente (non su possibili scenari futuri), oggettive e indipendenti dalle preferenze personali. 

Ecco come funziona:

  1. Presentare una proposta: chiunque può avviare il processo descrivendo il problema e proponendo una soluzione. Viene individuata una persona che ha il compito di facilitare i vari passaggi guidando il team senza schierarsi.
  2. Domande chiarificatrici: chiunque può fare domande per approfondire e comprendere meglio; ogni domanda deve ottenere risposta prima di passare alla successiva; non vengono espressi commenti o reazioni in questa fase.
  3. Reazioni: ognuno può esprimere liberamente la propria opinione e suggerire modifiche o miglioramenti. Chi ha fatto la proposta si limita ad ascoltare senza ribattere.
  4. Riformulazione: in base ai consigli emersi, la proposta viene rivista del tutto o in parte e presentata nella sua nuova versione.
  5. Obiezioni: si procede con un nuovo giro di tavolo, in cui a ognuno viene chiesto se vede qualche motivo per cui l’approvazione potrebbe risultare dannosa o rappresentare un passo indietro per l’organizzazione.
  6. Ratifica: la fase finale prevede che si giunga a una proposta che non solleva obiezioni; ogni obiezione deve essere superata tramite una revisione; il giro di obiezioni continua fino a quando queste non si esauriscono.

Il processo decisionale per assenso offre diversi vantaggi:

  • È più rapido del consenso perché non richiede che tuttǝ siano entusiastǝ della proposta, ma che tuttǝ la accettino: privilegia il processo rispetto alla perfezione.
  • Spinge le persone a pensare in modo più obiettivo, andando oltre gli interessi personali.
  • Separa le domande dalle reazioni, creando un momento per capire e uno per reagire; questo limita la tendenza umana a giudicare le cose prima di averle comprese appieno.
  • “Acconsenti?” è una domanda potente, che fa sentire alle persone che la loro opinione conta, ma ricorda che devono impegnarsi a trovare un’alternativa se non sono d’accordo.
  • Permette di coltivare un approccio costruttivo: le persone collaborano per cercare soluzioni invece di scontrarsi tra loro.

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