“Crisi” è ormai una parola con cui abbiamo a che fare quotidianamente: in queste settimane si parla in particolare della crisi legata al gas. Esiste, però, un altro tipo di crisi energetica, quella umana, che sta colpendo moltissimi lavoratori in tutto il mondo causando stanchezza, sofferenza e forti problemi di salute mentale. Secondo Gallup, 7 persone su 10 si dichiarano sofferenti e in difficoltà.

Dall’inizio della pandemia c’è stato un significativo aumento della durata della giornata lavorativa (+13%), del lavoro fuori orario (+28%) e nel fine settimana (+14%): è il rovescio della medaglia della flessibilità portata dal lavoro da remoto e ibrido. 

Secondo l’ultimo Work Trend Index di Microsoft, il 53% degli intervistati considera più importanti salute e benessere rispetto al mantenimento del lavoro: una tendenza nata con la pandemia che sta alla base anche del fenomeno delle “Grandi Dimissioni”. Tuttavia, molti dei lavoratori che hanno lasciato il posto negli ultimi due anni sarebbero disposti a rientrare, se non fossero costretti a sacrificare il proprio benessere.

Per affrontare questa situazione dobbiamo ripensare completamente l’organizzazione, trovando un nuovo tipo di sostenibilità. In Microsoft il focus è passato dalla misurazione dell’engagement a quella del benessere delle sue persone. Ecco sei aree chiave in cui intervenire per aiutare i collaboratori a fare di nuovo il pieno di energia, promuovendo felicità, ispirazione, fidelizzazione e innovazione.

  1. Mettere al centro cultura e scopo
    Creiamo una cultura in cui le persone si sentano responsabilizzate, incluse e autonome, connesse al purpose  dell’azienda, consapevoli del valore del loro contributo. Dallo studio Culture in a Hybrid World infatti, emerge che questa attenzione può aumentare oltre il 30% le prestazioni e la fidelizzazione.
  2. Rendere il benessere olistico
    In un recente sondaggio di Gallup il 44% dei partecipanti ha dichiarato di aver subito un forte stress durante la giornata precedente, e solo il 25% pensa che il proprio datore di lavoro si preoccupi della sua salute. Il problema è così ampio che il sistema sanitario non riesce a far fronte alla domanda, e gli stessi psicologi si sentono esauriti. Dobbiamo aiutare i nostri collaboratori a trovare l’assistenza di cui hanno bisogno, fornendo risorse olistiche per recuperare il benessere e, di conseguenza, aumentare l’energia di tutti.
  3. Supportare la crescita professionale in modi significativi
    Fino a qualche anno fa avremmo potuto rappresentare i percorsi di carriera come una scala, oggi invece somigliano più a una parete di arrampicata dove le possibilità di movimento sono molteplici. Secondo il Bureau of Labor Statistics una persona media cambia 12 posti di lavoro nella vita, con una permanenza media di tre anni e un percorso di apprendimento continuo. In questo quadro, diventa importante sostenere le passioni individuali offrendo occasioni di arricchimento e formazione che generino entusiasmo e volontà di crescere.
  4. Concentrarsi sulle capacità di leader e manager
    Nel mondo ibrido, i manager hanno un ruolo fondamentale nel mantenere la connessione e promuovere il benessere dei collaboratori. Anche chi non gestisce persone, però, può esercitare la leadership e contribuire a generare la giusta energia, anche se non sempre sono supportate in questo obiettivo. Oltre a fornire loro strumenti e capacità, è importante preoccuparci che non siano i primi a ritrovarsi a corto di energia.
  5. Costruire connessioni di supporto al team
    I veri team sono quelli in cui le persone si aiutano a vicenda nei momenti di difficoltà lavorativa e personale. I dati di LinkedIn mostrano che “avere un buon rapporto con i colleghi” è molto importante. Per sconfiggere l’attuale “epidemia di solitudine”, le aziende devono esplicitare accordi di squadra, garantire inclusività nelle riunioni, rafforzare l’autenticità e fornire occasioni per divertirsi insieme.
  6. Offrire intenzionalmente flessibilità, dove possibile
    Il focus della cultura aziendale sulla performance spinge le persone a “dimostrare” che stanno lavorando molto, spesso con comportamenti stressanti come lavorare fuori orario o tenere riunioni non necessarie. perché non far sì che la flessibilità, la capacità delle persone di adattare il lavoro alla propria vita e non viceversa, diventino i nuovi standard? L’autonomia e la fiducia, se bilanciate con la responsabilità, permettono ai lavoratori di focalizzarsi sul loro impatto sull’organizzazione. E’ infatti questa la principale fonte di rinnovamento energetico per le persone, perché permette loro di crescere professionalmente senza sacrificare la propria vita privata. Il futuro del lavoro dipende dalla nostra capacità di creare energie umane continuamente rinnovabili!

Per approfondire, leggi l’articolo completo di Kathleen Hogan su linkedin.com