Recenti studi nel campo delle neuroscienze, nello specifico la Teoria Polivagale, offrono nuovi dati sul processo di autoregolazione e su come si può passare da una reazione di attacco-fuga del sistema nervoso autonomo, a uno stato di apertura che incentiva la collaborazione, la creatività e lo sviluppo. La ricerca ha dimostrato che attraverso specifiche tattiche è possibile controllare la reazione di difesa quando serve.

La Teoria Polivagale studia i modi in cui il sistema nervoso influenza il comportamento umano (collaborativo e difensivo) attraverso il “nervo vago”, il maggiore dei parasimpatici nel sistema nervoso autonomo. Questo nervo assicura connessioni bidirezionali tra il cervello, il cuore, lo stomaco e altri organi del corpo, prendendo parte a una sequenza di risposte che si attivano quando si è in pericolo. Queste risposte sono di 3 tipi, divise per livelli:

Livello 1, Immobilizzazione; se minacciati, la prima risposta potrebbe essere quella di fingersi morti. È una risposta naturale molto comune nel mondo animale, un po’ meno nell’essere umano, ma possibile.

Livello 2, Mobilitazione; quando minacciati, il battito cardiaco aumenta, il sistema nervoso simpatico si attiva, il corpo produce cortisolo e adrenalina, e si prepara ad agire. Questa è la tipica risposta attacco-fuga.

Livello 3, Coinvolgimento e Connessione; quando il senso di pericolo passa, il nervo vago entra in azione, abbassando le reazioni di attacco-fuga. Il corpo rilascia ossitocina, spingendoci a essere più aperti verso gli altri, provando un senso di connessione che porta a una maggiore collaborazione ed apprendimento.

Nel raggiungere il livello 3, i sensi e la mente iniziano a lavorare in sincronia con il cuore. Si ha maggiore consapevolezza del proprio corpo, una migliore visione d’insieme sulla situazione, nonché maggiore possibilità di connettersi con gli altri per il raggiungimento di obiettivi comuni.
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n breve, le capacità relazionali e di analisi sono migliorate.
Essere in grado di autoregolarsi significa spostarsi da i livelli di risposta 1 e 2 (più frequenti), verso il livello 3, il più utile per prendere in mano situazioni critiche, soprattutto nel ruolo di leader.
Per fare ciò, è il caso di seguire il seguente processo:

  1. Comprendere: conoscere la biologia dietro le reazioni umane è necessario per poterle gestire. 
  2. Essere consapevole: quando si è nel mezzo di una situazione spiacevole è importante notare i primi segnali emotivi e fisici di ansia e stress. Quindi, prendere consapevolezza della reazione istintiva che ne scaturisce.
  3. Richiamare: concentra la mente su un’esperienze passata in cui una crisi è stata superata con successo. Ricordare i successi è utile per evocare speranza e incoraggiarsi ad affrontare con calma anche la prossima.
  4. Porre l’intenzione: mantenendo la speranza, il prossimo passo è concentrarsi sull’intenzione di non farsi prendere dal panico, così da rilasciare ossitocina e rendere il passaggio al livello 3 più semplice.
  5. Avere fiducia: raggiunto il terzo livello, bisognerà mantenersi saldi per non retrocedere. Sebbene inizialmente potrebbe richiedere un po’ di esercizio, sarà più semplice connettersi e lavorare con gli altri.

Autoregolarsi apre la strada alla collaborazione e a una migliore applicazione delle proprie capacità. Comprendere le reazioni biologiche durante le situazioni di stress dà la possibilità di migliorare le proprie risposte nei momenti di emergenza. Per un leader potrebbe fare la differenza tra un successo e un fallimento.

Leggi l’articolo di Robert E. Quinn, David P. Fessell, Stephen W. Porges su www.hbr.org