All’incirca 15 anni fa ebbe inizio l’era digitale. Ha cambiato l’economia globale, e nessuna impresa oggi può dirsi immune alla digitalizzazione. Da allora il ciclo di vita media delle imprese si è sensibilmente ridotto dai 67 anni in media degli anni 20 del secolo scorso ai circa 15 di oggi, e molte industrie tradizionali, che proliferavano nell’era analogica, oggi lottano per non estinguersi. In quest’epoca di forti cambiamenti abbiamo bisogno di nuovi modelli: per la gestione dei talenti, del capitale e della tecnologia. Come hanno affrontato il cambiamento le aziende che oggi riescono ad essere in crescita e competitive, che hanno abbracciato i vantaggi che l’economia digitale porta?
Le aziende diventano destrutturate
Le multinazionali basavano parte della loro solidità su centralizzazione dei processi, forte struttura gerarchica e autosufficienza, su tutto ciò, in breve, che permetteva di ridurre i costi. La ricerca di personale all’interno dell’organizzazione minimizzava le spese di reclutamento e selezione, l’uso di contratti a tempo indeterminato riduceva i costi di amministrazione del personale, e avere pochi fornitori esterni rendeva più gestibili e costanti i costi potenzialmente variabili legati a singole negoziazioni contrattuali. Oggi però, grazie allo sviluppo digitale ed all’uso della rete, questi costi possono essere minimizzati anche acquistando servizi al di fuori dell’azienda. Ci sono piattaforme che fanno incontrare talenti, strumenti di collaborazione e tecnologie che strutturano contratti convenienti e che permettono di avere una nuova modalità di gestione organizzativa: aperta, permeabile, fondata sulle competenze e a rete.
La gerarchia è sorpassata
La velocità nei cambiamenti del mercato, la necessità di dare velocemente risposte ai clienti, la possibilità per tutti di avere informazioni di prima mano, hanno reso spesso poco utile il compito di supervisione dei manager, mentre hanno portato a dare maggiore libertà a chi svolge effettivamente il lavoro. Molte imprese, come Zappos, società di vendita di calzature on line, si stanno organizzando attraverso l’implementazione di un metodo conosciuto come Holocracy: la creazione di “cerchi” di persone cui è data autonomia decisionale e di gestione, uscendo quindi dalla logica della struttura gerarchica piramidale. I diversi dipendenti possono passare da un cerchio all’altro al fine di operare all’interno di specifici progetti nel modo più efficiente possibile. Nel fare ciò, le imprese diventano sempre più innovative ed hanno migliori opportunità per sopravvivere a lungo.
Entrano in scena l’Intelligenza Artificiale e i Big Data
Potenti sistemi informatici capaci di apprendere ci hanno portato a un nuovo livello di trasformazione digitale. Introducendo l’Intelligenza Artificiale, per esempio nelle chatbots usate nel customer service, compiti ripetitivi, di basso livello, noiosi vengono svolti dalle macchine, liberando competenze ed energie delle persone che prima ne erano responsabili. Perché il bilancio sia positivo, e non si traduca in perdita di posti di lavoro ma in possibilità di dedicare le competenze delle persone a compiti di maggior spessore, occorre che le aziende diventino proattive nell’aggiornare con nuove capacità i propri dipendenti, in modo che siano capaci di gestire queste innovazioni e assicurare continuità al proprio lavoro.
Le piattaforme diventano degli Ecosistemi
La sfida maggiore per le aziende sarà l’agilità: con quale velocità sapranno rispondere ad un mercato in continuo cambiamento, aggiornando sia gli strumenti delle imprese sia le competenze dei collaboratori? Questo comporta un cambiamento del concetto stesso di ruolo organizzativo: per riuscire ad essere agili in un’azienda, i dipendenti devono essere definiti e riconosciuti in base alle loro competenze, e non più al loro job title. Inoltre, non può non cambiare anche il ruolo dei leader: anziché verificare che i compiti vengano svolti secondo le procedure e i tempi concordati, devono agire sempre più come dei direttori d’orchestra, armonizzando talenti e strumenti diversi per dare vita a qualcosa di nuovo, creativo, capace di raggiungere performance eccellenti.
Paradossalmente, un mondo caratterizzato da un alto utilizzo dell’Intelligenza Artificiale potrà permettere di sbloccare tutto il potenziale umano, favorendo il confronto, la collaborazione, la valorizzazione delle differenze per fare innovazione. La trasformazione delle imprese in reti, internamente ed esternamente, e la conseguente distruzione di silos, verticalizzazioni, gerarchie fisse, sarà vitale per il loro successo. Il futuro richiede di evolvere verso la creazione di ecosistemi interconnessi che siano legati da un proposito che vada oltre la massimizzazione del risultato economico. Sarà compito dei leader definire e specificare quale sarà il proposito più grande.
Per approfondire potete leggere l’articolo originale di George Zarkadakis – www.disruptionhub.com