Oggi le informazioni fluiscono troppo velocemente perché i e le leader possano gestirle. Che si tratti di canali social che rendono pubblici i “panni sporchi” dell’azienda o di sistemi tecnologici interni che lanciano una serie di dati decontestualizzati sugli schermi di persone impreparate a interpretarli, la tecnologia sta erodendo significativamente la differenza, in termini di possesso delle informazioni, tra leader, collaboratori/collaboratrici e stakeholder esterni.

Le azioni dei e delle leader vengono discusse quasi in tempo reale su piattaforme interne ed esterne, per iscritto e su vasta scala: la sola app di messaggistica interna Slack vanta 300.000 messaggi inviati al secondo; 145 milioni di persone accedono a Microsoft Teams ogni giorno, 55 milioni utilizzano ogni mese la piattaforma di feedback Glassdoor e 774 milioni parlano di lavoro su LinkedIn; i contenuti social contrassegnati con l’hashtag #QuitTok sono stati visualizzati ben 41 milioni di volte solo nell’aprile 2023. 

Quindi, come possono i e le leader rimanere lucidi ed efficaci in un mondo in cui sembra che tuttǝ sappiano tutto e ne parlino in continuazione? Cosa possono fare le organizzazioni per garantire che i segnali appropriati emergano dal rumore di fondo? 

  1. Promuovere il giusto tipo di onestà organizzativa
    Assunto che le persone scopriranno comunque la realtà rispetto a una determinata situazione, comunicare quella realtà fin dall’inizio significa non dover fare marcia indietro di fronte al proprio team in un secondo momento. Questo non vuol dire che si debba condividere pubblicamente ogni dettaglio di ogni singola questione, ma che è necessario passare da “Cosa vogliamo che la gente creda?” a “Quali sono i fatti fondamentali e gli elementi di contesto di cui le persone avranno bisogno per prendere decisioni informate in questa situazione?”. L’obiettivo si sposta dall’imporre una serie di idee alla creazione di una discussione che minimizzi l’attrito interpersonale e massimizzi l’azione costruttiva, anche quando c’è disaccordo o le informazioni sono in evoluzione.
  2. Porre fine alla distinzione interno/esterno
    Possiamo ragionevolmente presumere che ciò che comunichiamo all’interno sarà conosciuto anche esternamente in breve tempo, arrivando a un pubblico molto ampio. Per affrontare questa realtà, molte organizzazioni hanno unito le funzioni di comunicazione interna ed esterna e hanno cercato di garantire coerenza tra i messaggi rivolti a diverse tipologie di stakeholder. Questi accorgimenti aiutano anche a innalzare gli standard della comunicazione interna, poiché i messaggi rivolti al personale vengono analizzati con lo stesso rigore delle dichiarazioni rilasciate al mondo esterno.
  3. Sviluppare l’intelligenza emotiva
    Nelle situazioni in cui uno stimolo arriva rapidamente e freneticamente (ad esempio tramite social media o chat interne) e le informazioni potrebbero essere molto imprecise, è importante avere la capacità di farsi sentire oltre il rumore di fondo con messaggi chiari e concisi. Ma le abilità comunicative e la concretezza non bastano: le informazioni che circolano più velocemente, infatti, sono quelle che innescano una risposta emotiva. I e le leader a cui è stato insegnato a comunicare in modo freddo e privo di emozioni, quindi, potrebbero avere difficoltà a garantire la diffusione dei propri messaggi all’interno dell’organizzazione.
  4. Sviluppare la propria capacità giudizio e quella del team 

In un ambiente in cui la trasparenza non potrà che aumentare sempre di più, la capacità di decidere in modo rapido e sensato cosa fare con un’informazione, ovvero la capacità di giudizio, diventa uno strumento fondamentale per la sopravvivenza e il successo. I e le leader dovrebbero lavorare consapevolmente su questa abilità e incoraggiare i propri team a fare lo stesso.

Leggi l’articolo di Melissa Swift su sloanreview.mit.edu