Recenti studi hanno dimostrato i benefici che i legami di amicizia tra colleghi apportano alla qualità del lavoro ed alle performance, ma il modo con cui ci relazioniamo è in profondo cambiamento, anche a causa dell’uso della tecnologia. Ciò significa che si condividono sempre meno esperienze informali, come la partecipazione a un happy hour o le chiacchiere alla macchinetta del caffè. Per comunicare con i nostri colleghi ci affidiamo alla tecnologia, tramite chat e videochiamate, ed è sempre più difficile farsi un’idea di qualcuno, anche perchè i momenti di comunicazione vengono dedicati al lavoro operativo, in occasione di un’attività da realizzare insieme.
Cosa possono fare, quindi, i lavoratori in remoto per fare amicizia con i propri colleghi? Uno studio statunitense ha rivelato che la dimensione virtuale costituisce spesso una barriera. Per superarla, i lavoratori hanno sviluppato quelli che potremmo definire una “ricorrenza” nella frequentazione, che aiuta ad interagire con le persone, prevedendo quando e come avverrà la comunicazione, cose che negli incontri di persona avvengono in maniera più semplice e naturale. Senza questa frequenza, le interazioni potrebbero essere più frustranti.
Come si sviluppa una frequenza di incontri efficace, che permetta di instaurare un’amicizia? Si parte da una serie elementi correlati al lavoro, che comprendono specifiche valutazioni, ad esempio: “Il/la mio collega risponde in un arco di tempo previsto?”, “Ha competenze pertinenti sulle quali potrei fare affidamento per fare il mio lavoro?”, “Mi piace lavorare e comunicare con lui/lei?” Se la risposta è no, le persone interagiranno solo per lavoro. Se la risposta è sì, le persone agiranno in modo da costruire una relazione più ricca. A volte, rapporti esclusivamente lavorativi sono naturalmente progrediti in un’amicizia. Ma molte persone fanno valutazioni ancora differenti quando si tratta passare da una semplice relazione lavorativa ad un’amicizia, come ad esempio: “E’ scattato qualcosa?”, “Il mio collega ha il tempo di essere mio amico?”, “Essere amici con il mio collega può danneggiare il mio lavoro in qualche modo?” Se i lavoratori concludono che ne vale la pena, correranno il rischio di iniziare un’amicizia.
Nel tentativo di fare amicizia lavorando da remoto, bisogna essere proattivi e correre rischi. Comportarsi da partner di lavoro affidabile getterà le basi, e sarà poi possibile fare il salto condividendo qualcosa in più personale con i colleghi. I manager invece possono preparare il terreno per i propri dipendenti, invitandoli a condividere qualcosa di divertente o personale all’inizio di ogni telefonata, lasciando la linea aperta prima delle videoconferenze per permettere alle persone di chiacchierare se vogliono farlo, o invitandole a mettersi in contatto con gli uffici ospitanti in caso di trasferte. Queste occasioni diminuiranno le sensazioni di imbarazzo durante gli incontri di persona.
Costruire la propria frequenza nei contatti con i colleghi remoti è un processo essenziale. I lavoratori a distanza, che si sentono sempre più isolati, grazie a questo processo potranno sentirsi maggiormente parte del team dei colleghi. Questo processo si rivelerà importante anche nella società in generale che sta affrontando, come afferma il dottor Murthy, un’epidemia di solitudine.
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