Le neuroscienze parlano chiaro: i nostri cervelli sono in grado di elaborare solo una frazione delle informazioni con cui entriamo in contatto, e la nostra energia mentale è limitata a una quantità fissa, indipendentemente da quanto necessitiamo in un dato momento. Diventa perciò strategico usarla modo deliberato e ponderato. 

Qual è un buon approccio per evitare di sprecare la nostra energia limitata in ciò che non ci serve?
Una possibile risposta è la creazione di un budget cognitivo, da rivedere spesso, per mettere in atto strategie che ci rendano più felici con menti più efficaci, anche se la parte inconscia della nostra mente spesso ci impedisce di pensare a ciò che è buono per noi e ci spinge a pensare a ciò che non lo è. 

Lo scopo del budget cognitivo è mantenere la nostra concentrazione sulle cose che ci servono per svolgere un buon lavoro: deve perciò essere sia proattivo, creando e condizioni per utilizzare il pensiero dove è necessario, sia reattivo, allontanando le forme di pensiero che consumano inutilmente energia.

Le tipologie di pensiero che caratterizzano la nostra mente sono essenzialmente due: la riflessione e la rimuginazione.
La riflessione è il tipo di pensiero più prezioso che possiamo fare, perché da esso otteniamo il massimo ritorno sull’investimento di energia mentale. Esistono diversi componenti chiave della riflessione, ma l’umiltà è essenziale. Pensiamo in maniera umile quando affrontiamo un discorso, ascoltiamo, impariamo senza uno scopo diverso dal comprendere, in particolare senza avere come finalità l’affermazione o la protezione della propria identità. E’ solo partendo da questa posizione che possiamo permetterci di mettere in discussione le nostre idee pregresse sulla base di ciò che conosciamo, di cambiare prospettiva, di comprendere punti di vista diversi dai nostri e usare così appieno le nostre facoltà mentali, anche quando per farlo dobbiamo affrontare sfide e disagio.
La ruminazione, invece, è il principale antagonista del bilancio cognitivo. Quando gli esseri umani rimuginano, rivivono gli eventi ripetutamente nella loro mente senza raccogliere intuizioni o progredire, senza arrivare a conclusioni o prendere decisioni. La ruminazione consuma energia mentale che altrimenti sarebbe potuta essere spesa per qualcosa di utile e non porta ad altro che a sofferenza. Sfortunatamente, la maggior parte di noi non può semplicemente impedire che avvenga la ruminazione, almeno, non a breve termine. Ma possiamo imparare a identificare quando stiamo rimuginando e tentare di fermare il rimuginìo. 

A cosa serve dunque il Budget cognitivo? A dirigere proattivamente la nostra attenzione verso un’attività proficua (la riflessione) e a tenerla lontana da una inutile e dispendiosa (la ruminazione), grazie a una bussola che, basandosi sugli assunti della psicologia positiva, dell’economia comportamentale e della psicologia cognitiva, ci permetta di agire in maniera intenzionale sull’allocazione della nostra energia

La prima cosa da fare è identificare quali sono i temi che sono da affrontare con la riflessione e quali invece emergono soprattutto nelle ruminazioni, e vanno quindi allontanati. Il primo passaggio è semplice: si tratta di capire quali sono gli argomenti che, approfonditi e elaborati, possono aiutarci a crescere, stare meglio, fare carriera… insomma a raggiungere l’obiettivo che ci poniamo. Ad esempio, se vogliamo dedicare la nostra energia a fare carriera, come lavorare meglio in team, come raggiungere gli obiettivi assegnati, come far crescere le mie competenze o i miei risultati diventano tematiche da affrontare tramite la riflessione, cui dedicare intenzionalmente budget.

Il secondo passaggio, identificare cioè i temi della ruminazione, può non essere altrettanto semplice. Alcune domande, come “quali sono i momenti dolorosi del passato che riporto alla mente senza un risultato” o “ quale argomento ripercorro spesso senza mai arrivare a un risultato concreto” possono aiutarci a mappare ciò che dobbiamo velocemente riconoscere per evitarlo. 

A questo punto avremo chiaro quali sono i temi su cui investire risorse, e quali quelli da cui disinvestire. Questo sarà il nostro budget cognitivo.
Come possiamo fare ora per usarlo in maniera efficace e continuativa?
Ecco alcune best practices:

  1. Rendi visibile il tuo budget. Che si tratti di una stampa in formato biglietto da visita attaccata alla tastiera, di una nota adesiva sulla scrivania o di un’immagine sullo schermo, metti il ​​tuo budget dove sarà costantemente visibile
  2. Incorpora il budget nella tua routine quotidiana. Prendi l’abitudine di leggere il tuo budget per intero prima di iniziare la tua giornata di lavoro
  3. Pianifica alcune sessioni di riflessione di cinque minuti ogni giorno sul tuo calendario. Puoi scremare il tuo budget sul momento o essere molto specifico sul tuo calendario riguardo a cosa pensare e quando. Separatamente, programma alcuni allarmi sul telefono ogni giorno per ricordarti di controllare il tuo budget e non spegnerli finché non lo stai effettivamente guardando. In alternativa, pianifica alcuni promemoria push ogni giorno
  4. Mantieni fresco il tuo budget. Infine, il tuo budget perderà inevitabilmente potenza nel tempo, quindi è importante aggiornarlo frequentemente. Ma soprattutto, è fondamentale aggiornare il budget nel momento in cui diventa obsoleto. Puoi dire che è stantio quando le parole non ti suscitano più alcun pensiero.

Ci sono buone ragioni per essere fiduciosi che il budget cognitivo funzionerà per te, perché combina tecniche convalidate dai dati che funzionano dalla psicologia positiva, alla terapia cognitivo comportamentale e all’economia comportamentale.

Leggi l’articolo completo di Jordan Birnbaum su www.sloanreview.mit.edu